I QUATTRO ANIMALI COSMICI DEL TIBET

I quattro animali cosmici del Tibet: anche nella tradizione tibetana abbiamo quattro animali che rappresentano la quadruplicità del Cielo e della Terra, essi sono chiamati le Quattro Dignità e ben tre di loro corrispondono agli animali cosmici del Feng Shui.

Facciamo un passo verso il sud della Cina nella zona delle montagne del Tibet, dove lo scambio culturale è stato sempre intenso e dove si sono verificati diversi aspetti di sincretismo religioso. In queste zone si è sviluppato il Buddhismo Tibetano detto Bon, che ha influenzato e al tempo diffuso in altre regioni il Feng Shui o ciò che in tempi successivi venne così chiamato.

Anche nella tradizione tibetana abbiamo quattro animali che rappresentano la quadruplicità del Cielo e della Terra, essi sono chiamati le Quattro Dignità e ben tre di loro corrispondono agli animali cosmici del Feng Shui.

Lungta (Tib. རླུང་རྟ་, Wyl. rlung rta o ཀླུང་རྟ་, klung rta) letteralmente “cavallo del vento” è una creatura mitologica tibetana che simboleggia l’aria interna o il vento del corpo – Authorisation and courtesy of Rigpa Wiki

Rappresentati negli angoli di molte bandiere di preghiera tibetane, questi quattro animali sono: l’Aquila Garuda (Kyung)

I QUATTRO ANIMALI COSMICI DEL TIBET
Rffigurazione dell’aquila Garuda – Foto di agus santoso da Pixabay

il Drago del cielo (Druk)

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Raffigurazione cinese del Drago – Foto di Monica Volpin da Pixabay

il Leone delle nevi (Seng)

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Raffigurazione Bhutanese del leone delle nevi – Foto di Marie O’Malley da Pixabay

e la Tigre (Tak).

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Tigre Bianca del Bengala – Foto di hartono subagio da Pixabay

Conosciuti collettivamente come” Le quattro dignità “, essi rappresentano le qualità e gli atteggiamenti sacri che i Bodhisattva sviluppano sulla via dell’illuminazione; qualità come la fiducia (Tigre), la chiara consapevolezza (Leone delle nevi), la paura (Garuda) e il potere gentile (Drago).

Le bandiere di preghiera in Tibet sono chiamate “lungta” (cavallo del vento).

I QUATTRO ANIMALI COSMICI DEL TIBET
Bandiere di preghiera tibetane – Taken from the English wikipedia: released in the public domain by the maker. CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1576632

Tradizionalmente, le bandiere sarebbero sempre riconoscibili dai disegni di un cavallo al centro della composizione circondato da altri quattro animali: un leone, una tigre, un uccello e un drago. Le identità dei quattro animali non sono sempre state coerenti: sulle prime bandiere di preghiera Bon, uno yak bianco veniva considerato come uno dei quattro, inoltre si ritiene che l’uccello raffigurato sulle bandiere buddiste sia un garuda, che ha le sue origini nella cultura e nella letteratura indiana, mentre l’immagine dell’uccello sulle bandiere di Bon ha un significato e una storia diversi. Le bandiere di preghiera buddista sono generalmente una mescolanza di bandiere buddiste indiane e “lungta” tibetane. Capo tra i testi buddisti visualizzati sulle bandiere indiane , e ora sulle bandiere di preghiera tibetane, il lungo “dharani”, una serie di lettere o sillabe molto simile a un mantra, della divinità femminile adirata Dvajagrakeyura. È un’emanazione, o creazione, del Buddha, proprio come la lunga vita dea Ushnishavijaya, che era nata da un raggio di luce proveniente dal “ushnisha”, una protuberanza in cima alla testa del Buddha.

Esiste un processo di sviluppo per approfondire e promuovere la presenza autentica, chiamato il percorso del guerriero delle quattro dignità. detto appunto “percorso evolutivo di approfondimento e promozione della presenza autentica”. Questo percorso è legato all’incorporazione di un sempre più vasto spazio nel mondo individuale, in modo che alla fine esso possa raggiungere la realizzazione detta “monarca universale”. Mentre questo mondo diventa sempre più vasto, ovviamente qualsiasi nozione di esistenza egocentrica diventa sempre più remota; quindi il percorso delle Quattro Dignità è anche collegato alla realizzazione dell’assenza di egoismo. Le quattro dignità sono mitezza, vivacità, oltraggiosità e imperscrutabilità.

Spunti tratti e tradotti da Okar Research di John Hopkins