Il Carro Solare

Il mito e la religione del Dio Sole (Helios) affondano le loro origini negli albori della storia dell’uomo dove il carro solare trainato da cavalli dalle froge di fuoco costituisce una delle icone sacre e antiche più famose: simboli e numerologie in parallelo al Taoismo.

Il Carro Solare
Il Carro di Helios – Architrave con metopa scolpita raffigurante il dio del sole Helios in una quadriga; dal tempio di Atena a Troia, ca. 300-280 a.C.; Altes Museum, Berlino (25308440197) (ritagliato) – By Neoclassicism Enthusiast – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=100253053

La figura di Helios è il crocevia della mitologia occidentale, un crogiuolo di storie religiose del politeismo che prepara il monoteismo cristiano le cui radici affondano nell’evoluzione dei Misteri Egizi, a cui prima Mosè e poi Gesù Cristo sono stati iniziati.

Secondo il mito classico, il Sole nel suo cammino attraversa la volta celeste sorgendo dalla parte orientale dell’Oceano per poi rituffarsi la sera in quella occidentale; in seguito si favoleggiò del carro tirato da quattro focosi cavalli e delle sette mandrie di buoi pascolanti nella Trinacria (Sicilia), custodite da due ninfe (a questo mito fa riferimento l’Odissea, quando narra della sosta di Ulisse in quell’isola). Sempre secondo i poemi omerici, il Sole avrebbe generato da Perse, figlia dell’Oceano, Eeta e Circe, mentre gli fu attribuito come figlio anche Fetonte, protagonista del celebre mito narrato, tra gli altri, da Ovidio nelle Metamorfosi (II, 47-324). Il dio Sole tutto vede e tutto ode, per cui era considerato la fonte della sapienza e dispensatore di prosperità e vita.

Il Carro Solare
Figurina del dio Helios. Helios era descritto come un bel dio incoronato con la splendente aureola del Sole, che guidava il carro del sole attraverso il cielo ogni giorno fino all’Oceano che circondava la terra e attraverso l’oceano del mondo tornava a est di notte. Nell’inno omerico a Helios, si dice che Helios guidi un carro d’oro trainato da destrieri (HH 31.14–15); e Pindaro parla dei “destrieri lanciafiamme” di Helios (Ode olimpica 7.71). Ancora più tardi, ai cavalli vennero dati nomi infuocati: Pyrois, Aeos, Aethon e Flegon.. By Dosseman – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=128692888

In Ovidio i cavalli sono tutti maschi e i loro nomi sono Eto, Piròo, Flegonte e Eoo, mentre Igino parla di due maschi, Eoo e Etiope, e due femmine, Bronte e Sterope. Tuttavia Igino fa riferimento anche ad altre fonti che citavano nomi diversi come Abraxas e Terbeo. Vi è poi Fulgenzio (Myth. Vat. II XX 21; Myth. Vat. VIII 6) che li nomina Erytreus, Acteon, Lampus e Filogeus.

Dante usa queste fonti mescolandole e nominando i cavalli “lo primo chiamavano Eoo, lo secondo Pirroi, lo terzo Eton, lo quarto Filogeo” e associa il Carro di Iperione al IV Cielo del Paradiso, governato dalle Potestà e in cui appaiono al poeta gli spiriti sapienti, fra cui san Tommaso d’Aquino e san Bonaventura da Bagnoregio.

I cavalli, animali sacri a Poseidone, il signore degli abissi, richiamano la sfera ctonia, il lato profondo e tenebroso dell’essere. Sul monte Taigeto veniva sacrificato un cavallo a Hêlios e, sempre in suo onore, a Rodi veniva affogato in mare un tiro di quattro cavalli. A Roma il 15 ottobre si celebrava l’October Equus. Tali sacrifici di animali ctonii in onore del Sole evidenziano, secondo Kerényi, lo stretto rapporto tra il mondo diurno e quello notturno, tra il luminoso mondo solare e il tenebroso mondo degli inferi. 

Il Carro Solare
Illustrazione del sacrificio del cavallo irlandese tratta da Topographia Hibernica, c.  1220 By This file has been provided by the British Library from its digital collections.Catalogue entry: Royal MS 13 B VIII- Illustrated catalogue – Online viewer (Info), CC0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31453447

D’altra parte il percorso del Sole nel suo moto apparente intorno alla Terra invita ad una suddivisione spazio-temporale quadripartita che comprende l’alternanza della luce e del buio, secondo le classiche fasi mattino, pomeriggio, sera, notte alle quali possono essere associate regioni dell’orizzonte locale (i 4 punti cardinali) e del Cielo (est, ovest, zenith e nadir della sfera celeste , oppure ascendente, discendente, medio e imo cielo dell’oroscopo).

In epoca recente viene citato anche un carro del Sole trainato da nove cavalli, anziché dai tradizionali quattro, riportandoci ancora alla numerologia e alle suddivisioni in 4+1 e 8+1 che conosciamo ben radicate anche nel Taoismo e nel Feng Shui, con chiari riferimenti astronomici.

Infatti il numero 5 richiama al piatto della Terra della Bussola Cinese e ai 5 pianeti visibili contenuti nel Wu Xing, mentre il numero 9 si riferisce al Ba Gua e alla Costellazione dell’Orsa Maggiore (in tempi remoti composta da 9 stelle: le attuali 7 più 2 al tempo circumpolari).

Continuando il parallelismo numerologico fra Occidente e Oriente, a parte l’improbabile ipotesi del carro del Sole trainato da 9 cavalli, troviamo maggiori fondamenti in Omero, laddove nel XII canto dell’Odissea, racconta che in Trinacria (o Isola del Sole) pascolano 7 mandrie di buoi guidate da 2 ninfe, numeri che completano la cabala del 9 e possono essere associati al mito di Helios.

Per potenziare il ciclo energetico solare delle nostre case si consiglia di utilizzare il centro del Ba Gua, che corrisponde al baricentro della casa, posizionando un simbolo o un mandala solare.

Il Carro Solare
Mandala del dio del sole Surya. Nepal, valle di Kathmandu, primo periodo Malla. Tempera su cotone, 32 5/8 × 21 1/2 pollici (82,9 × 54,6 cm). By Kitaharasa – https://www.metmuseum.org/collection/the-collection-online/search/78197 direct link, Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39092158