In questo articolo ci occupiamo di Energia Tellurica definendo le sue caratteristiche e variabilità in modo prevalentemente tecnico-scientifico, ma con un occhio di riguardo per quelle discipline di ‘frontiera’ che consentono di andare al di là dell’esplorato e del conosciuto, varcando il limite della scienza più razionale e positivista.
Possiamo cominciare a definire l’Energia Tellurica come risultante locale delle variazioni di campo magnetico terrestre e delle radiazioni derivanti dalle trasformazioni della materia nel sottosuolo, in funzione delle molteplici caratteristiche e discontinuità della massa terrestre (acqua, faglia, magma, differente composizione delle rocce, ecc. ecc.).
Il campo magnetico terrestre è originato dalla struttura della Terra ed in particolare dalla presenza di un nucleo metallico interno e di moti convettivi nel suo involucro fluido più esterno. Esso non è costante e varia sia nello spazio sia nel tempo, in modo ciclico (essenzialmente influenzato dal movimento lunare e dal sole) e in modo irregolare, legato appunto alla grande eterogeneità del sottosuolo.
Vi sono numerose discipline che si occupano di diversi aspetti della natura dell’Energia Tellurica, da quelle più strettamente tecniche e scientifiche come la Geologia, la Geotecnica, l’Ingegneria mineraria, la Pedologia, parte della Biologia e delle Scienze Naturali, a quelle che si occupano delle dimensioni più sottili che coinvolgono l’essenza stessa della vita: i cosiddetti campi deboli generati dalle vibrazioni della materia in movimento.
Su questi ultimi aspetti si fondano discipline come la Geobiologia, la Radioestesia, la Rabdomanzia, che affondano le loro origini nel tempo remoto dei grandi sistemi di conoscenza arcaica come quello Celtico, l’Egizio, il Cinese.
Molto utile per comprendere cosa sia l’Energia Tellurica è entrarvi a contatto in modo diretto e ciò si può fare in modo istintivo e/o secondo i criteri delle varie discipline che se ne occupano. Un aiuto a tale comprensione può derivare da pratiche sul corpo, come Yoga e Tai Qi, che portano a sentire l’energia vitale (Prana o Qi).
Le energie telluriche dei siti sacri, come quelli celtici, sono essenzialmente costituite da linee energetiche poste sotto allineamenti ‘monumentali’ creati appositamente dai nostri antenati al di sopra di acqua cosiddetta primaria, acqua cioè che sgorga dal profondo delle viscere della terra.
In molti luoghi della Terra sono riconoscibili ‘centri di potere’ dove si convogliano le energie yin delle acque (vene e cavità) e quelle yang (linee diritte, larghe 2-3m, dette ‘energy leys’).
Le energie di un dato centro di potere sono generate da un minimo di una vena d’acqua che incrocia un ‘energy ley’: l’intensità del campo energetico varia nel tempo, a seconda delle posizioni della luna, del sole e, in minor misura, degli altri pianeti e stelle; giornalmente raggiunge due massimi: uno all’alba e l’altro al tramonto (twilight zone).
Molti templi e spazi sacri sono associati a specifici periodi dell’anno: Stonehenge al Solstizio d’Estate, Newgrange con il Solstizio Invernale, il Tempio di Salomone con l’asse equinoziale, ma anche i periodi intermedi (inizio novembre, febbraio, maggio e agosto) ai due solstizi ed equinozi determinano particolari configurazioni energetiche nei luoghi sacri.
Oltre a particolari configurazioni energetiche presso precisi siti, ci occupiamo anche di ‘corridoi geomantici’, veri e propri percorsi preferenziali di energia che collegano luoghi molto lontani fra loro sulla Terra. Il primo corridoio geomantico ad essere studiato è la linea di S.Michele, che oltre ad unire alcuni siti celtici molto importanti in Inghilterra, si collega alla Francia e all’Italia.