Il Metodo del Feng Shui: analisi dei limiti e dei pregi di un sistema tradizionale di conoscenza
Si è scritto e detto molto sulla presunta scientificità del Feng Shui, che come tutti i sistemi di conoscenza antichi, uno fra tutti l’Astrologia, è sempre sottoposto ad attento esame da parte della comunità scientifica.
Utilizzato essenzialmente dalle competenze professionali degli Architetti, in realtà il Feng Shui per la sua storia culturale e mitologica appartiene al regno dell’Arte e della Tecnica in generale.
Nel campo della tecnica non solo attiene alla Architettura ma riguarda anche lo Studio dell’Ambiente, del Paesaggio e del Territorio, la Geologia e l’Idrologia del suolo, la cura del Verde, l’Urbanistica, l’Agronomia, ecc.
Nel campo dell’Arte abbraccia tutti i settori che riguardano lo studio e l’espressione attraverso il colore, le forme e i materiali, per non parlare degli aspetti sensoriali legati alla Estetica, al Gusto, al Suono, al Tatto, ecc.
Come queste molteplici discipline si trovino mescolate ed applicate con il metodo del Feng Shui è arduo spiegare, perché essendo il sistema antico, al tempo la “forma mentis” dei cinesi vedeva la realtà in modo molto meno analitico e molto più olistico, per usare un termine di moda oggi.
Come spiegato nel mio articolo “Confronto fra la tradizione numerologica ebraica e cinese”, il pensiero cinese antico, in cui è inglobato il metodo del Feng Shui, interpreta le leggi che governano la vita nell’Universo usando sovente l’analogia e la abduzione.
Nella deduzione, che è il metodo scientifico, la conclusione scaturisce in modo automatico dalle premesse: date la regola e il caso, il risultato non può essere diverso e rappresenta semplicemente il rendere esplicito ciò che era già implicito nelle premesse.
L’abduzione, invece, è l’unica forma di ragionamento suscettibile di accrescere il nostro sapere, ovvero permette di ipotizzare nuove idee, di indovinare, di prevedere. È altresì vero che l’abduzione è il modo inferenziale maggiormente soggetto a rischio di errore, non contenendo in sé la sua validità logica e deve essere confermata per via empirica.
Nel Feng Shui l’analisi inferenziale consiste nel collegare analogicamente fra loro elementi costituenti il sito indagato mediante schemi universali come il quadrato magico ‘Lo Shu’ e il ciclo dei 5 elementi (Wu Xing).
La controprova della correttezza di un’analisi inferenziale di questo tipo può essere fatta in modi diversi, tenuto conto che il concetto di QI (energia universale) ha anche una valenza scientifica e come tale può essere controllato con un approccio tecnico-scientifico.
Ad esempio la misura dei campi elettromagnetici e magnetici con adeguati strumenti può essere un valido supporto, come pure lo studio delle geometrie e delle prospettive (coni visuali) può portare a calcoli e quantificazioni oggettive che possono confermare le analisi inferenziali del Feng Shui.
In realtà il metodo abduttivo del Feng Shui è analogo a quello del famoso detective Sherlock Holmes: come spiega bene Stefano Guerra nel suo articolo Il mistero del fiammifero nel fango – ovvero Gli errori di Sherlock Holmes (Report at Annual General Meeting of USIH “A week later” – Milano-Firenze/Sesto Fiorentino – September 2000- Published in Meeting acts) .
Il metodo usato dal più famoso detective del mondo non è immune da sbagli ma consente soluzioni creative che spesso i tecnici non riescono ad immaginare, come d’altra parte gli analisti medici che basandosi solo sui referti di laboratorio spesso non sono in grado di formulare la diagnosi vincente.
Ecco pertanto il segreto del metodo del Feng Shui: la possibilità di attingere al pozzo senza fondo dell’energia universale utilizzando una mente aperta e scevra da qualunque calcolo ma volta soltanto a ottenere una maggiore armonia per tutti gli esseri viventi.